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RINASCITE - LA SOCIETA' DEL RISCHIO
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RINASCITE LA SOCIETA' DEL RISCHIO
Scritto da Paola Zorzi
Pubblicato Giovedì 17 Giugno 2021 12:18
Al BACS di Leffe (Bergamo), una realtà culturale che coniuga arte e sociologia, è in corso la mostra “Rinascite La società del rischio” inaugurata il 13 giugno e visitabile su prenotazione fino al 15 agosto 2021.
In esposizione opere di: Patrizia Bonardi, Elisa Cella, Camilla Marinoni, Alice Padovani, Renata Petti, Elena Radovix, Andrea Valsecchi, Paola Zorzi.
Sociologa coordinatrice: Conchita Siliquini a cura di Patrizia Bonardi.
Il riferimento esplicito contenuto nel titolo della mostra è al saggio di Ulrich Beck "La società del rischio" in considerazione del fatto che l'epoca contemporanea si è trovata a vivere concretamente molti dei problemi che il sociologo ambientalista tedesco aveva sollevato già a partire dagli anni Ottanta.
Rischi che negli anni purtroppo abbiamo visto trasformarsi in sciagure, disastri ambientali, crisi umanitarie e sanitarie.
Quella di Ulrich Beck è un'analisi acuta che nel misurarsi senza dogmi con tutti cambiamenti a cui il mondo è andato incontro ha ritenuto necessario mettere in discussione le vecchie categorie con cui eravamo abituati ad affrontare la realtà.
Il testo non ci offre soluzioni preconfezionate ma attraverso un'analisi tagliente delle trasformazioni sociali in atto ci offre degli strumenti analitici e di riflessione con cui rapportarci al presente, alle sfide e rischi connessi al vivere in società industriali e post-industriali complesse.
Se da un lato personalmente io consideri ancora determinante l'assetto strutturale politico di una società dall'altro è evidente come lo possa essere altrettanto il prendere atto delle trasformazioni a cui il mondo va incontro.
Da quanto emerso durante la pandemia ancora in corso ne scaturisce una realtà i cui problemi risultano esplicitati sempre più su scala globale.
Sempre più è evidente come i rischi legati all'utilizzo di energia nucleare, rischi ambientali, finanziari, sanitari, connessi ai cambiamenti climatici, alla riduzione di biodiversità, alla disoccupazione e nuove forme di povertà, potenzialmente non risparmino più nessuno.
E mentre anche la divisione in classi della società ha perso la sua identità tradizionale le sperequazioni economiche e la povertà non solo non cessano di esistere ma si manifestano sotto forme differenti.
Nuovi tipi di aggregazione sociale e consapevolezza si rendono dunque necessarie.
In questo contesto scienza, tecnica e progresso sono posti sotto una lente di ingrandimento.
Una critica che a partire dal testo di Beck non investe la scienza come qualcosa di monolitico ma contestuale nella relazione fra conoscenza e sua applicazione, nelle modalità e pressioni a cui questa è sottoposta, nelle direzioni e modalità attraverso cui avviene il suo finanziamento o la sua comunicazione.
Troppo sovente infatti ciò che dovrebbe essere il pregio del metodo scientifico, cioè la sua antidogmaticità, la sua predisposizione a mettersi sempre in discussione di fronte all'evidenza e all'esperimento risulta ribaltato dall'alto in un relativismo strumentale dove, per dirla come Adorno, alla fine tutti noi ci ritroviamo senza strumenti di difesa "nella notte in cui tutti gatti appaiono grigi"... o viceversa (sempre la scienza) a seconda delle necessità risulta presentata come qualcosa di dogmatico e inappellalabile.
Importante in tal senso è stata l'introduzione alla mostra di Conchita Siliquini che in quanto sociologa attiva in ambito sanitario prima e durante la pandemia ha potuto relazionare molti degli argomenti sollevati da Beck con la sua esperienza diretta in campo.
Tutti noi durante questa emergenza sanitaria abbiamo potuto constatare i limiti economici pregressi, in atto e le sue conseguenze... ma anche l'importanza della conoscenza, della ricerca e dell'agire umano, tramite indispensabile senza il quale nulla sarebbe possibile.
IL PUNTO DI VISTA DEGLI ARTISTI
"La voglia di ripartire, di guardare verso una rinascita porta le artiste/a per la mostra di Artists.Sociologists a proporre opere in cui la sofferenza vissuta è palesata insieme all’armonia che valorizza il quotidiano, il saper guardare in sé e alla struggente bellezza della natura così unita a noi e al nostro unico futuro possibile, quello del guarire guarendola.
Ognuno degli artisti invitati a misurarsi con gli argomenti sollevati dal testo di Ulrich Beck lo hanno fatto in modo originale e da prospettive differenti. " (estratto dal comunicato stampa).
Il rischio di manipolazione genetica, ma anche la bellezza insita nella natura osservata su scala microscopica, è stata colta dall'opera "Embrioni" di Elisa Cella.
Il valore da attribuire alla cura della persona nella relazione vita/morte e all'esperienza della perdita è presente con l'opera "Zaffo" di Camilla Marinoni.
Con "Batte forte il cuore", in un intreccio fra cuore/sentimento e natura, Renata Petti sottolinea come ormai si viva in un contesto ibrido dove si è perso il dualismo fra natura e cultura.
Alice Padovani , nella foto sopra, con "Solid, a fragile project" rappresenta la molteplicità e contraddittorietà di un reale costretto in recinti sempre più stretti o visto con sospetto (già Hannah Arendt aveva constatato come la menzogna risultando confezionata ad hoc e in modo più lineare sovente fosse percepita come più attendibile di una verità che risulta sempre calata nella molteplicità e contraddittorietà del reale). La perdita di biodiversità ne è un aspetto ma anche "la necessità di trovare un equilibrio tra vita e morte fra l'effimero del corpo organico e la solidità della forma inorganica".
Elena Radovix con "Sospesa" evidenzia come molti problemi vissuti in solitudine e con senso di impotenza, cioè in forma individualistica, in realtà abbiano radici sistemiche. Il suo scatto fotografico collocato in un paesaggio post-industriale abbandonato solleva molte riflessioni oltre che da un punto di vista ambientale anche sociale in quanto sovente questi luoghi diventano rifugio per i cosiddetti invisibili, gli emarginati dalla società.
Patrizia Bonardi con "Giardini interiori" si è riappropriata della pratica della scrittura automatica, attingendo ad una creatività per lungo tempo letteralmente "messa ai margini" (con disegni su margini longitudinali di libri e quaderni) ma che si era evidenziata già dall'infanzia. Ed è stata proprio questa sua propensione restituita sotto forma di opera d'arte ad accompagnarla durante il lungo periodo di restrizioni da covid in un luogo come la bergamasca tra i più toccati al mondo dalla pandemia.
Infine Andrea Valsecchi considera le torri delle telecomunicazioni i nuovi totem contemporanei e ce lo ricorda attraverso l'opera "Tower" dove però sottolinea che non ci può essere progresso senza tenere in considerazione l'uomo e la natura.
Personalmente - Paola Zorzi - con l'installazione "Effetto boomerang" ho voluto sottolineare come molti problemi ormai si manifestino su scala globale anche quando pensiamo non ci riguardino o siano relegati in luoghi lontani. Come cioè questi si ripresentino ovunque sotto forma di crisi finanziaria, umanitaria, sanitaria, climatica, occupazionale.
"Gli amici sociologi e i liberi pensatori dell’associazione Artists.Sociologists, nei mesi successivi all’apertura di Rinascite – La società del rischio saranno chiamati a scrivere, lasciandosi “contaminare” dalle opere al BACS Between Contemporary Art and Sociology di Leffe (BG), per attivare uno sguardo sociologico di cittadinanza attiva, come quello che spinge gli artisti a creare i loro lavori.
La mostra è la seconda edizione ideata con la curatela dell’artista Patrizia Bonardi pensando all’omonimo libro di Ulrich Beck “La società del rischio”, capolavoro ambientalista degli anni ’80 del sociologo tedesco anticipatore del concetto di rischio ambientale, insito nella logica del profitto come principale nemico per gli abitanti di una società globalizzata.
Gli scritti dedicati alla mostra verranno raccolti in un volume che l’associazione
Artists.Sociologists pubblicherà nel 2022."(estratto dal comunicato stampa)
Legenda: tra virgolette+carattere italico= estratto dal comunicato stampa.
In collaborazione con Associazione Artists Sociologists
presso B A C S – via Donizetti 42 Leffe (Bg)
bacs.leffe@gmail.com
Dal 13 giugno al 15 agosto 2021
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